Uno Non Basta: gli Under35 chiedono i fondi del Recovery Fund

Solo l’1% dei fondi del Recovery Fund sono destinati ai giovani e alle politiche del lavoro. Nasce la petizione online per chiedere al Presidente Conte di stanziare 20 miliardi.

Le associazioni Officine Italia e Visionary hanno deciso di lanciare una petizione diretta al Presidente del Consiglio e a tutti i componenti del governo, che proprio in questi giorni prenderanno una decisione definitiva in merito ai fondi di di Next Generation EU.
Uno Non Basta è la campagna per far destinare ai giovani e alle politiche del lavoro 20 miliardi di euro, ossia il 10% della somma di questo denaro, a fronte dell’1% previsto – in base a quanto è trapelato – dalle attuali intenzioni ministeriali.

Per quanto sinergica con altre voci sparse nel Piano di Resilienza, non si può non rilevare come questa cifra rivolta espressamente ai giovani e alle loro possibilità di costruirsi un futuro sia irrisoria.

«Lanciamo questa petizione perché abbiamo fiducia nel nostro paese, ma crediamo anche che un paese che non investe sui giovani sia destinato a morire – commentano le associazioni promotrici – l’1% non basta: questo governo, così come è stato fatto dalla maggior parte di quelli precedenti, sta scegliendo di non investire sul proprio futuro.» 

Carmelo Traina – Visionary

Sono giorni cruciali per decidere lo stanziamento dei fondi. Il 2020 ha assestato un durissimo colpo alla nostra economia, ma ha messo in risalto problemi con cui l’Italia fa i conti da anni e, tra questi, la condizione dei giovani è certamente uno dei più gravi.

Ad oggi, ben il  27,8% dei giovani tra i 20 e i 34 anni non studia, non lavora e non cerca lavoro; la media europea è del 16,4%.

E a questo dato drammatico si aggiunge quello della fuga all’estero di tanti di loro, anche giovanissimi, verso paesi che danno maggiori  garanzie di una vita dignitosa. Quasi tre cittadini italiani su quattro trasferitisi all’estero hanno 25 anni o più: sono più di 84 mila (72% del totale degli espatriati) e di essi il 32% è rappresentato da laureati.

Ecco perché, secondo Officine Italia e Visionary, Next Generation EU – il programma di finanziamento europeo di 210 miliardi per rimediare ai danni del Covid-19 che in Italia conosciamo come Recovery Fund – potrebbe tradursi anche nell’occasione per invertire una tendenza anteriore e dare finalmente ai giovani il ruolo, l’importanza e i fondi che spettano loro. Parlando di punto di vista europeo, non si possono non prendere come punti di aggancio preliminare le politiche finora messe in campo da parte di alcuni paesi dell’Unione nei confronti dello stesso argomento. La Francia, ad esempio, ha destinato circa 15 miliardi alla gioventù, nell’ottica di un piano nazionale di maggiori dimensioni – circa 100 miliardi – che contiene 40 miliardi provenienti da Next Generation EU.

Come spiegato nel position paper della petizione, le associazioni promotrici chiedono una quota maggiore dei fondi per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, orientare e formare ai nuovi mestieri e reintegrare i tanti giovani che oggi non lavorano e non studiano.

Nella fattispecie, i tre filoni di proposta vogliono supportare concretamente:

  • 800.000 giovani, facilitando il loro inserimento nel mondo lavorativo mediante il profondo rinnovamento di Garanzia Giovani e l’istituzione di un sistema centralizzato ma localmente gestito di placement office universitari;
  • 300.000 giovani,  inserendoli in percorsi di formazione qualificanti su trasformazione digitale e transizione energetico-ambientale e istituendo un portale digitale con risorse di formazione sui lavori del futuro;
  • 350.000 giovani (e meno giovani), sostenendoli in percorsi di reinserimento lavorativo tramite apprendistati duali sistematizzati e programmatici e percorsi di istruzione e formazione professionale.

La petizione, che ha già raccolto più di 95 mila firme è disponibile su Change.org a questo link.