Tutto sarò solo Umano? La nuova edizione dei Visionary Days dalle OGR di Torino

A Visionary Days 800 giovani si sono confrontati sul Futuro, attorno al tema “Tutto sarà solo umano?” 

Nel secolo in cui sono nati molti di noi, alcuni pensatori hanno collaborato a creare una tendenza culturale che si chiama Transumanesimo, una branca della filosofia che ha molto a che fare con la nostra vita quotidiana.

Ce lo dimostra anche Black Mirror, perché il Futuro distopico che la serie mette in scena è l’altra faccia, secondo alcuni, del migliore scenario che i transumanisti profetizzano, ossia il superamento dei limiti della nostra specie attraverso l’esercizio dell’intelligenza razionale e digitale.

Sappiamo di essere stati i testimoni di una rivoluzione, ma non ne conosciamo ancora i contorni precisi e meno che mai gli esiti. Da quando eravamo bambini, abbiamo visto la tecnologia stravolgere un indeterminabile numero di norme e abitudini socio-antropologiche del nostro tempo.

Inevita
bilmente, un cambiamento così grande comporta l’introduzione di nuovi concetti e di nuove domande nella nostra vita di tutti giorni e implica la necessità di prendere consapevolezza di un nuovo assetto sociale, politico, antropologico ed evolutivo del mondo per come lo abbiamo conosciuto.

Ad esempio, lo sviluppo tecnologico-digitale e alcuni suoi specifici settori (come la genetica, la genomica e, di lì, la bioetica) ci portano a riconsiderare il nostro concetto di nascita – basti pensare alla clonazione o alle modifiche della mappatura genetica che possiamo esercitare su una vita prima che diventi tale – e anche il nostro concetto di morte: a fronte di un potenziamento continuo delle nostre funzioni fisiche e cognitive dato dalle nuove scoperte scientifiche, l’immortalità è ancora lontana a venire?

Sembra una doman
da molto più avveniristica di quanto in realtà le ricerche della nostra epoca non stiano dimostrando e sicuramente, già oggi, ne fa sorgere molte altre, di tipo tecnico e di tipo morale: immaginiamo per un momento, per assurdo, una società in cui nessuno muore.

Per riassumere molti quesiti spontanei, concentriamoci su quello più imponente di tutti: che senso daremmo alla nostra vita, allora?

Non è un esercizio semplice quello di prevedere il Futuro, ma è l’essenza di Visionary Days. Per questo, abbiamo deciso di ipotizzare ciò che sarà a partire da ciò che già c’è e che ci incuriosisce indagare: con la domanda Tutto sarà solo umano? 

Una
giornata di riflessione intorno al limite dell’integrazione tra l’uomo e la tecnologia, per capire insieme a voi, o cercare di intuire cosa ci spaventa e cosa ci esalta del nostro domani in relazione alle macchine che siamo noi stessi a creare, a programmare e a spingere oltre: quanto spazio d’azione e di decisione avranno nella nostra vita?

È stata un successo da molti punti di vista l’edizione 2018 di Visionary Days, evento che si è svolto l’1 dicembre nella Sala delle Fucine delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Un successo di pubblico, con circa 800 “visionari” partecipanti. Un successo organizzativo, perché il team di volontari, composto prevalentemente da studenti, è riuscito a far funzionare tutto, dagli aspetti tecnici a quelli (apparentemente) più banali come accoglienza e catering. Ma soprattutto è stato un successo di idee, contenuti e visioni, elementi raccolti in un Manifesto Dinamico distribuito ai partecipanti prima della conclusione della giornata. 

La giornata e gli speaker. L’evento è stato scandito da cinque sessioni di confronto, ognuna legata a un tema differente: corpo umano, evoluzione, memoria, società e contaminazione. Per ogni argomento affrontato, i visionari, divisi in tavoli di lavoro composti da sette elementi guidati da un coordinatore, hanno dibattuto per 45 minuti, costruendo insieme una visione di futuro.

A introdurre le sessioni, l’intervento di alcuni speaker d’eccezione che hanno avuto il compito di ispirare i partecipante e dare il là alle loro visioni: Simone Ungaro, già direttore generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia e ideatore e fondatore del Rehab Technologies Lab oggi Ceo di Movendo technology; Anna Cereseto, biologa, ricercatrice e dirigente del laboratorio di virologia molecolare del Centro di biologia integrata dell’Università di Trento che attualmente sta lavorando sul genoma editing e sul CRISPR; Stefano Galli, capo della divisione Sprint Reply focalizzata nello sviluppo in ambito RPA, AI e HumanoidRobots; Andrea Pezzi, ex conduttore televisivo, volto di MTV, oggi è fondatore e Ceo di Gagoo Group, una holding che si occupa di Digital Transformation; Andrea Daniele Signorelli, redattore per numerose testate si occupa del rapporto fra nuove tecnologie, politica e società e Marco Savini fondatore di BigRock che sul palco di VisionaryDays, in collaborazione con Red Bull Futur/IO, ha parlato di futuro e di come realizzare i propri progetti. Presentatore dell’evento Matteo Caccia, attore teatrale e conduttore radiofonico di Rai Radio 2.

Il Manifesto Dinamico. Siamo noi a scrivere il nostro futuro, è vero, ma la tecnologia ci può aiutare. E dunque il prodotto finale della giornata è stato un libro di 56 pagine, redatto in tempo reale anche grazie a un sistema di Intelligenza Artificiale che ha selezionato e raggruppato 36.476 parole e 3.325 frasi provenienti dai tavoli di confronto, traducendole in un vero e proprio libro.

La soddisfazione degli organizzatori e dei partecipanti. “Sono eventi come VisionaryDays a ricordarci l’importanza della community. Internet, digitale e intelligenza artificiale, sicuramente sono strumenti determinanti, ma nella visione di chi entra in questa sala c’è soprattutto la voglia e la necessità di instaurare un contatto umano, di incontrarsi per conoscersi, discutere, imparare.” Soddisfatto ha commentato Carmelo Traina, presidente di Visionary. “Questo per noi è solo un capitolo di una lunga storia che vogliamo col tempo attraversi tutta l’Italia con edizioni di VisionaryDays distribuite lungo tutto lo stivale”. Grande entusiasmo anche tra i partecipanti: tra loro Francesco, 23 anni, studente di Design al Politecnico di Torino secondo cui “è molto interessante confrontarsi con altre persone su temi così cruciali”. Dello stesso avviso anche Elena, 23 anni, che si dice “ottimista verso il futuro e convita che un evento come Visionary Days possa indirizzare in modo positivo il futuro, attraverso i pensieri e le visioni dei partecipanti”. E c’è chi, come Jacopo, guarda già oltre e dice che “a partire da questo evento potrebbero nascere idee per progetti o iniziative per provare a trovare anche delle soluzioni agli eventuali problemi legati alle tecnologie che emergono dai tavoli di discussione”.